venerdì 28 dicembre 2012

Lo Hobbit Un viaggio inaspettato


Causa il sovraccarico di lavoro che preannuncia puntualmente ogni pausa natalizia non ero ancora riuscito a vedere una delle tante pellicole natalizie uscite quest'inverno.
Ciò fino a ieri quando io e il mio collega di lavoro ci siamo letteralmente imposti di chiudere baracca e burattini mezz'ora prima per concederci al visione de Lo Hobbit.
Da veri appassionati di Tolkien è dall'estate 2011 che attendiamo con trepidazione il ritorno di Jackson alla regia.
Personalmente poi ho sempre adorato il romanzo di Lo Hobbit perchè mi fu letto dalla maestra a scuola prima di andare al cinema a vedere la trasposizione animata de Il signore degli Anelli.
Giusto per non arrivare con la memoria troppo affaticata dai panettoni e dai pranzi natalizi ho anche pensato di rileggere il libro quindi ieri sera sono arrivato in sala fresco di lettura e pronto a reimmergermi nelle atmosfere fiabesche della prima avventura di Bilbo Baggins.
Già perchè non si può mai scordare che Lo Hobbit è una fiaba, ben differente e molto più immatura rispetto al tomo che la segue, e va vista con la stessa leggerezza che l'autore ha voluto trasmettere nelle poche pagine del suo racconto niente di più.
Purtroppo la pellicola di Jackson soffre tremendamente del confronto con la trilogia che l'ha preceduta e questo la ende a tratti inadeguata.
Il difetto più grosso del fil è quello di esser stato giratoe presentato dopo la realizzazione delle gesta di Frono, Ghimli e Aragorn.
Chi si aspettava un viaggio maturo, come quello affrontato da La compagnia del'anello non avrà pane per i propri denti.
In Lo Hobbit ci troviamo dinanzi uno stuolo di creature fantastiche, spesso impegnate in siparietti comici che per certi versi, come ha esclamato il mio collega in sala, paiono acquisite in saldo dalle pellicole di Asterix.
Visivamente l'atmosfera è molto caricaturale e grottesca, ma questo non stona col tenore del romanzo, anzi, si nota proprio la ricercatezza degli sceneggiatori e dei costumisti nel ricreare i volti e gli atteggiamenti dei numerosi personaggi che popolano le pagine del libro.
Spettacolari come sempre le location e buona anche la scelta del protagonsta così come quella del comparto musicale.
Passando invece alle vere e proprie note dolenti non si può negare che in certi punti la pellicola paia palesemente diluita per cercare di allungare notevolmente la durata in vista dei sequel.
Uno stratagemma triste che spesso toglie ritmo al racconto o, ancor peggio, ne va a snaturare la trama aggiungendo i già citati sketch umoristici o scene di battaglia che fanno il verso ad action movies tamarri.
Questo è forse il più grosso difetto del film, il voler essere l'episodio di una storia che poteva tranquillamente essere condensata in tre ore, raccontando con dinamismo ed efficacia le gesta del caro Bilbo Bagghins.
Nulla da dire a livello estetico e nemmeno per il cambio obbligato di doppiatore per Gandalf, ottimamente interpretato da Gigi Proietti, ma uscendo dalla sala ci si sente proprio vittime di uno stratagemma commericale bello e buono.
Se a questo si aggiunge la sensazione di disorientamento dovuta alle forti differenze tra quest'opera e la trilogia de Il Signore degli Anelli, è facile rimanere delusi.
Non nego che, comnunque sia, finirò col vedere anche la conclusione di questa nuova fatica di Jackson, ma spero proprio che ci riservi il meglio in fondo...per ora non ho visto granchè.
 

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