domenica 20 marzo 2011

Ladri di Cadaveri

Finalmente ieri sera ho potuto vedere Ladri di Cadaveri, l'ultimo lavoro del mitico John Landis. Quando ho saputo del ritorno di Landis dietro la macchina da presa ho trepidato immaginando cosa potesse aver spinto uno dei geni di Hollywood a produrre una nuova horror comedy a trent'anni di distanza dal fantastico Un Lupo Mannaro Americano a Londra.
Per quesa pellicola il regista si avvale di due protagonisti rubati a ruoli "inferiori: Simon Pegg, volto noto ai telefilm inglesi e Andy Serkis, celebre per aver prestato voce e sembianze a protagonisti digitali dei film di Peter Jackson (si, è Gollum!).
Accanto ai due protagonisti landis riesce d affiancare un cast di tutto rispetto, fatto di celebri volti del cinema d'annata che scritura all'interno di ruoli cameo (Christopher Lee, Ronnie Corbett, John Woodvine e perfino il padre della stop-motion Ray Harryhausen) ovvero cui affida la caratterizzazione di personaggi macchietta in totale linea con le precedenti interpretazioni degli attori (Tim Curry ne è un esempio).Anche sul versante trama Landis fa la sua, regalando all'inizio del film un prologo degno dei matinee movies di fine anni '50 in cui lo spettatore, guidato dalle parole di un boia, viene avvisato che la storia che seguirà è "quasi" reale. Un divertissement tipico del regista che non dispiace.
Veniamo dunque al plot: Scozia, primo Ottocento, il dottor Knox e il dottor Monroe, luminari medici si contendono le grazie del Re di Scozia su chi ha dato il maggior contributo all'insegnamento di anatomia. La perenne ricerca di corpi da sezionare attira William Burke e William Hare, due truffatori provenienti dall'Irlanda del Nord che dapprima vendono a Knox dei conoscenti morti per cause naturali e, successivamente, si improvvisano assassini seriali.
La costante ricerca di "nuovi" cadaveri è accompagnata da situazioni grottesche e divertenti che ricordano le gag cui ci ha abituato Landis nei suoi precedenti lavori, ed è proprio questo il difetto maggiore della pellicola.
Tutto è ottimamente realizzato, scenografie, costumi, efffetti scenici, ma osservando l'ottima recitazione degli attori si respira un che di dejà vu che lascia un minimo di insoddisfazione a fine film.
In particolare il finale sembra attingere a piene mani al messaggio già dato in American Werewolf secondo cui l'amore vince su tutto.
Una commedia macabra molto ben realizzata, con un intreccio di trame e sottotrame ben costruito che regala gag divertenti. Peccato per il finale, ma solo perchè da John Landis mi aspettavo di più.

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