sabato 5 febbraio 2011

IMMATURI

Torno ora dal cinema dopo aver visto il film Immaturi.
Sulle labbra ho un bel sorriso, che accompagna un'espressione serena.
Identica è l'espressione di mia moglie.
Immaturi in effetti è capace di questo, è una pellicola fatta per dare serenità. Un film semplicissimo, sulla vita di ognuno di noi ma che racconta l'incredibile assurdità dell'essere costretti a tornare indietro ad un certo momento del nostro passato, proprio quando tutti, con le nostre diversità, abbiamo già superato certi traumi.
C'è chi si è già seduto a 40 anni, chi invece ha subito un crollo, chi ancora non è cresiuto per niente e chi ancora si sente in gabbia.
Cliché classicissimi, molto ben interpretati dall'intero cast, scelto davvero a dovere.
Eccezionale Ricky Memphis nel ruolo del figlio quarantenne che vive ancora con i genitori, ma il suo ruolo deve moltissimo al grande Mattioli che ne interpreta lo stufissimo padre.
Plauso anche a Raoul Bova, che di solito non apprezzo mai, ma che in questo film riesce a dare senso alla sua onnipresente espressione, mezzo-sorpresa.
Luca e Paolo funzionano abbastanza bene, anche se non escono quasi mai dai loro classici personaggi macchietta. Kessissoglu in particolare non è altri che Paolo Bitta sessuomane.
Guardando alla trama si sa benissimo di essere di fronte ad un film scontato, dal finale già previsto sin dal primo trailer televisivo, però non si riesce davvero a pensare che Imaturi sia un brutto film, anzi.
Se proprio si deve trovare un difetto, e pure grave, lo si rinviene nell'enorme uso di pubblicità, ormai non più occulta, che accompagna le inquadrature, spesso costernate da insegne in bella vista (si possono trovare nell'ordine: RTL, Che Banca!, Beretta, 3, Intimissimi, Antonio Amato e altro).
Per il resto Immturi è un film che mi sento vivamente di consigliare.
Non so se è per la trama, non so se è per il fatto che non c'è un'espressione volgare, forse per l'assenza di qualsiasi notas spiacevole nel finale, resta il fatto che la pellicola di Paolo Genovese si fa guardare volentieri sin dal primo minuto.
Ultima nota positiva la colonna sonora tra cui spiccano oltre all'omonimo inedito firmato Britti anche la cover di Patrick Hernandez "Born to be Alive" suonata e cantata da Kessissoglu.
Il ritrovo tra vecchi amici viene visto sempre in maniera positiva, in sostanza il punto di vista opposto rispetto a Compagni di Scuola di Verdone.

1 commento:

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.